8 Maggio 2019In Traduzione4 Minuti

Tradurre Bono & Co.: U2 by yours truly

Il primo concerto non si scorda mai? Nel mio caso si tratta del secondo: U2 allo Stadio Bentegodi di Verona. 2 luglio 1993, prima data dello Zooropa Tour italiano. Avevo 15 anni e mezzo e la band irlandese era tutta la mia vita. Le pareti della mia cameretta erano tappezzate di foto e poster di Bono & soci, e avevo già programmato un viaggio a Dublino – con tappa a Killiney, dove viveva Paul Hewson – in concomitanza con l’uscita di Zooropa, prevista pochi giorni dopo lo spettacolo al quale avrei partecipato. Rimasi in estasi per settimane, manco avessi avuto un’apparizione mariana. Ripetevo ossessivamente a mia madre quello che MacPhisto aveva detto durante lo show ed esibivo orgogliosamente i lividi che mi erano venuti all’addome dopo circa otto ore in piedi in seconda fila, pressata da 45.000 persone.

Fast-forward al 2005 quando, incredibile ma vero, ebbi la fortuna di tradurre l’autobiografia U2 by U2 a quattro mani con Francesca Rosolen, traduttrice veneta come me (e fan degli U2 mooolto più sfegatata di me!). Io mi occupai della prima metà del libro, in cui i quattro raccontano la loro storia fino a Rattle And Hum, mentre Francesca della seconda, cioè da Achtung Baby (il mio album preferito, peraltro) in poi. All’epoca io e lei non eravamo in contatto: ci conoscemmo solo diversi anni dopo, quando anch’io entrai nell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti. A revisionare il nostro lavoro, due pesi massimi della critica musicale italiana come Franco Zanetti e Riccardo Bertoncelli. Prima, però, ci fu una prova di traduzione, e per me che muovevo i primi passi nel settore non era affatto scontato superarla. Da un lato, gioia incontenibile per l’opportunità che mi si era presentata; dall’altro, ansia da prestazione ai massimi livelli. Sarei riuscita a passare il test e ottenere la fiducia di Franco? E se anche ce l’avessi fatta, sarei poi riuscita a rendere giustizia, con la mia resa in italiano, al verbo di quattro musicisti che hanno rappresentato così tanto per me e per milioni di altre persone al mondo? Perché di quello si trattava: mettere parole in bocca a Bono, Edge, Larry e Adam fissandole per iscritto, a beneficio dei posteri. Un onore e un onere.

Il libro, uscito il 22 settembre 2006, rimane il massimo traguardo a cui io come traduttrice specializzata in musica possa aspirare. L’ho detto a Francesca una dozzina di anni dopo, il 15 ottobre 2018, quando ci siamo riabbracciate alla seconda data milanese dell’Experience + Innocence Tour degli U2: “Noi moriremo e finirà tutto, ma questi quattro hanno fatto la storia della musica e rimarranno per sempre. E con loro anche il nostro libro. Per due fan come noi è un dono immenso, sai?”. “Sì, è vero”, mi ha risposto Francesca. “Se ci penso, mi vengono i brividi.”

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